TAA e bimbi con infezione da HIV

Progetto di terapia assistita da animale (AAT) in bambini con infezione da HIV

Department of Pediatrics, Università di Milano, AO Luigi Sacco- Milan, Italy

AIUCA, Italy.

INTRODUzione: Il progetto nasce dalla collaborazione tra Aiuca e la Clinica Pediatrica dell’Università di Milano, con l’idea di sperimentare un intervento di terapia assistita da animale in bambini con infezione da HIV. Attraverso una stretta e costante collaborazione tra la psicologa di Aiuca e la psicologa della Clinica Pediatrica sono stati individuati gli obiettivi del lavoro ed è stato costantemente monitorato l’intervento.

METODO: Sono stati coinvolti 11 bambini dai 5 ai 14 anni, suddivisi in due gruppi; gruppo 1 a conoscenza della diagnosi di infezione da HIV e gruppo 2 non ancora a conoscenza.

Il progetto ha previsto incontri della durata di 1h per gruppo a cadenza quindicinale per un periodo di sei mesi. Sono stati individuati due cani differenti per i due gruppi ed è stato esplicitato in partenza che il “tema” degli incontri sarebbe stato: “prendiamoci cura del cane”. Agli incontri, svolti in un’ampia stanza adeguatamente predisposta, hanno partecipato il cane con il suo conduttore, la psicologa, un’educatrice e la caposala del reparto. Contestualmente agli incontri di AAT, tutti i bambini hanno proseguito la presa in carico terapeutica con la psicologa della Clinica Pediatrica.

I principali obiettivi del lavoro sono consistiti nel valutare se il “prendersi cura di”:

1) potesse smuovere delle domande ed aprire un canale di comunicazione sulla malattia nei bambini che non erano ancora a conoscenza della diagnosi. La premessa è che i bambini che non sono a conoscenza della diagnosi sono spesso emotivamente bloccati ed attivano difese di evitamento per non tradire il silenzio e le paure dei genitori.

2) potesse aiutare i bambini che erano già a conoscenza della diagnosi ad elaborare e trasformare la rabbia e gli aspetti depressivi, traducendoli in movimenti di accudimento e di apertura sociale. La premessa consiste nel dato clinico che i bambini informati della diagnosi rischiano di attivare una profonda chiusura relazionale in quanto travolti dalla rabbia e da vissuti depressivi, se non sostenuti psicologicamente.

RISULTATI: Da parte di tutti i bambini l’incontro con il cane è stato un momento atteso, desiderato ed investito affettivamente. L’incontro con il cane ha permesso di verbalizzare vissuti personali molto intensi: paura, rabbia, sofferenza, fantasmi di morte, bisogni di affetto e accudimento.

La dimensione del piccolo gruppo, l’interagire con coetanei nella stessa condizione di salute, ha permesso ai bambini di vivere un’esperienza di rispecchiamento e di alleggerire vissuti di solitudine e di diversità (“siamo tutti nella stessa barca”; “mi sento meno sola”). Nelle sedute con la psicologa della Clinica Pediatrica si sono osservati importanti movimenti ed aperture: tutti i bambini le hanno spontaneamente parlato degli incontri con il cane, esternando emozioni che per tanto tempo erano rimaste silenti. I familiari dei bambini hanno mostrato una maggiore apertura nei confronti del personale sanitario.

CONCLUSIONE: Complessivamente il cane si è dimostrato un potente veicolo ed attivatore di emozioni profonde, uno strumento prezioso che ha permesso agli operatori di arricchire le loro possibilità di intervento nel lungo e difficile percorso di sostegno dei bambini con infezione da HIV.